Grea Sergio - 2016 - Vite di sabbia by Grea Sergio

Grea Sergio - 2016 - Vite di sabbia by Grea Sergio

autore:Grea Sergio [Grea Sergio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788898693405
Google: lzr9rQEACAAJ
editore: AmazonEncore
pubblicato: 2015-11-14T23:00:00+00:00


Capitolo 20

Udaipur, India, 17 agosto

Ho dormito poco e male. Alle sei mi sono stancato di girarmi e rigirarmi nel letto, sono sceso a colazione e poi ho preso una barca per vedere qualcosa del lago.

Il barcaiolo, un omino asciutto come un fiammifero, mi ha portato un po’ in giro. Mi ha colpito lo spettacolo del City Palace visto dal centro del lago. Monumentale, bianco di marmi, le colline verdi come corona. Degno del marajà, che a dire dell’omino fiammifero ci vive ancora, e che ogni tanto si mostra, bontà sua, alla gente. Gli do una buona mancia e lo faccio contento.

Ritorno alla mini suite e aspetto che il fuso orario mi consenta di chiamare Solène.

Bussano con insistenza. È Mughar. Lo invito in terrazza e gli offro un succo di mango.

«Deve dirmi cosa volete vedere in Kashmir» mi dice, compunto. «Per certe zone occorre il permesso del comando militare.»

«Gulmarg.»

Aggrotta la fronte.

«È al confine con il Pakistan e ogni tanto sparano. Ci porta Solène?»

«Sì.»

«Una donna lassù è un problema.»

«Procuri i due permessi.»

Si irrigidisce. «Mi servono i dati dei passaporti. I suoi li ho, quelli di Solène no.»

«Glieli farò avere.»

«Dovrete però recarvi al comando di persona» sogghigna, «e con una bella donna…»

«Ramesh dice che lei apre tutte le porte.»

Posa il bicchiere sul tavolino con un colpo secco.

«Ci pensi. Non è bello finire ammazzati.»

«Ramesh mi ha anche detto che a Srinagar incontrerò due leader musulmani, Masur e Omar.»

«Masur non è più musulmano. Da quando gli islamici gli hanno massacrato la moglie e la sorella ha abbracciato l’induismo.»

«Non è considerato un traditore?»

«No. Gli stessi musulmani hanno condannato l’eccidio commesso dai fuorilegge e hanno capito la scelta di Masur. Comunque, i fanatici indù hanno a loro volta commesso atrocità contro i musulmani. Occhio per occhio.»

«A Srinagar voglio incontrare questa persona» gli porgo un biglietto.

Lo prende, poi si alza. Non mi sovrasta in altezza ma è largo due volte me.

«Rifletta su Solène» sogghigna. «Gulmarg non è posto per una donna.»

Se ne va senza salutarmi.

Inganno l’attesa riprendendo la lettura dei miei servizi dal Kashmir. La prima volta che Jimmy mi ci aveva spedito avevo poco più di vent’anni. Un blanc bec, come dice lui. Erano tempi di durissima lotta armata tra il Pakistan musulmano, l’India induista, i sikh e i kashmiri indipendentisti. Tutti pronti a farsi a pezzi per il possesso della vallata. La prima esperienza con la guerriglia in Libano, quando giovanissimo avevo sostituito il collega ferito, mi era stata utile, e quello che avevo imparato dalle missioni in Kashmir l’avevo poi portato con me nei tanti anni di corrispondenze dal Medio Oriente. Mi aveva aiutato, anche se, giorno dopo giorno, me ne ero sentito stanco. Ma era il mio lavoro.



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